Leggere non è un dovere. Questo il punto
di partenza da cui muove la riflessione di Daniel Pennac in "Come un
romanzo". Scardinando, come suo solito fare, le tradizionali impostazioni
della pedagogia imperante, l'autore cerca di far comprendere quali problemi si
frappongono tra i giovani e la lettura, tentando al contempo di trovarvi
soluzione.
Nel compiere questa operazione, Pennac ci
dimostra che gli ostacoli incontrati dai ragazzi sono per lo più fittizi e
causati da un comune malinteso, ossia la convinzione che leggere sia un dovere.
In tal modo, però, si perde uno degli elementi
costitutivi della lettura: il piacere.
Così il godimento generato dal libro
lascia il posto alla noia e il tempo dedicato ad esso non è più rinfrancante,
ma d'intralcio ai tanti impegni giornalieri. Leggere non è più una passione da
coltivare per sentirsi vivi, ma un monotono compito che ci allontana da ciò che
consideriamo divertente.
Per sovvertire questa visione tanto errata quanto pericolosa, Pennac ha pensato bene di mettere nero su bianco i "diritti imprescrittibili" del lettore, che lo tutelino da qualunque imposizione esterna, nella convinzione che nessuno debba leggere perché obbligato. Come non si può amare o sognare a comando, così non si può leggere perché ordinato da qualcuno. Allo stesso modo, inoltre, ognuno avrà il proprio approccio alla lettura, godendo di piena libertà in merito a cosa, quando e come leggerlo.
Se siete curiosi di scoprire quali sono i
diritti dei lettori, guardatevi il mio video.
Nessun commento:
Posta un commento